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Abramo Lincoln sul grande schermo, a caccia di vampiri…

Nell’anno elettorale a stelle e strisce, irrompe nel cinema il più amato presidente della storia d’America: Abraham Lincoln. Che sarà protagonista della prossima pellicola di Steven Spielberg, in uscita negli Usa a novembre. Ma anche Terrence Malick e Quentin Tarantino hanno nel cassetto due progetti ispirati al presidente che rappresenta la vera figura paterna degli Stati Uniti d’America.

Di Alberto Alfredo Tristano da Linkiesta dell’8 agosto 2012 Home

Curioso che, nell’anno elettorale americano, irrompa nel cinema con la forza del box office e del talento il più amato presidente della storia d’America: Abraham Lincoln. Dimenticando in un amen la malinconia della Leggenda del cacciatore di vampiri (in cui Lincoln è sterminatore degli esseri del male secondo la modestissima intuizione del russo-hollywoodiano Timur Bekmambetov), è il caso piuttosto di soffermarsi sull’atteso Lincoln di Steven Spielberg, in uscita negli Usa a novembre, pochi giorni dopo il voto presidenziale. Il regista aveva da subito dichiarato di voler evitare ogni tipo di sovrapposizione tra la campagna elettorale e la presenza del suo film in sala, tanto da confidare in una uscita molto anticipata. Ma poi i tempi di lavorazione e post-produzione si sono allungati e allora la distribuzione è scivolata ai giorni immediatamente seguenti l’elezione.

Indubbiamente l’attesa di questo film sul patriarcale primo presidente repubblicano, l’uomo che abolì la schiavitù e tenne unita l’America squassata dalla guerra di Secessione con la sua vittoria, si carica di ulteriore interesse nella infiammata corsa alla Casa Bianca tra l’uscente Barack Obama, la cui carriera politica come per Lincoln si è sviluppata nell’Illinois, e il cavaliere bianco del Gop, Mitt Romney. Spielberg ha scelto per l’eroe americano il viso e le fattezze di Daniel Day-Lewis, chiamato a incarnare nuovamente la sofferenza epica e maestosa dell’America dopo Il Petroliere (grandissima interpretazione per un grandissimo film).

Il grande maestro dell’immaginario a stelle e strisce ha scelto come base del suo film la strepitosa biografia critica scritta dalla storica Doris Kearns Goodwin, premiata col Pulitzer e intitolata Team of Rivals: poderosa e ponderosa ricostruzione dell’irresistibile ascesa di un avvocato, la cui carriera politica si era svolta piuttosto oscuramente e la cui pur brillante oratoria leguleica non valicava di molto i confini di Springfield e New Salem. Eppure il pallido Lincoln nella Convention repubblicana del 1860 mise in scacco i suoi tre ben più forti avversari William H. Seward, Salmon P. Chase, Edward Bates, ottenendo la candidatura e poi la presidenza, superando lotte intestine e una crisi nazionale mai vissuta prima. Lincoln fu vincitore in ogni partita, e la sua strategia e il suo tratto politico ben delineati in Team of Rivals hanno costituito una lezione preziosa per Obama, che ha ammesso di aver approntato il suo governo avendo sulla scrivania proprio una copia del libro.

Lincoln sarà al centro anche di un altro importante progetto, che entrerà in produzione nei prossimi mesi, e che vede coinvolto un altro gigante del cinema americano: Terrence Malick. Infatti Malick guiderà la produzione di The Green Blade Rises, film scritto e diretto da uno dei suoi principali collaboratori, AJ Edward, e incentrato soprattutto sulla famiglia e sulla formazione del futuro presidente: un ruolo di rilievo, quello della sua bellissima matrigna Sarah, lo avrà la fatale Diane Kruger.

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Va aggiunto che è uscita appena un anno fa una pellicola dedicata proprio al quarto asso del monumentale Monte Rushmore: parliamo di The Conspirator, firmato da Robert Redford, indimenticabile protagonista di uno dei film mito sulla Casa Bianca come Tutti gli uomini del presidente (1976), che in questa sua regia ricostruisce il processo seguìto all’assassinio del presidente nel 1865, un anno dopo la rielezione. Un drammatico precedente, che anticipa di un secolo il più celebre, mediatico, oscuro omicidio politico del Novecento, quello di John Fitzgerald Kennedy, altro episodio su cui a lungo si è esercitata Hollywood.

Ma torniamo al vecchio Abe, con una piccola digressione: c’è grande attesa per il prossimo film di Quentin Tarantino, Django Unchained, pellicola ambientata due anni prima della Guerra civile, e che ci sembra aver a che fare – lincolnianamente – con la schiavitù (il protagonista è lo schiavo liberato Jamie Foxx) e la brutalità di quell’America selvaggia molto più che con gli spaghetti western del certamente degno Corbucci, al contrario del solito malizioso depistaggio citazionistico da parte del sadico e geniale Tarantino nei confronti dei suoi non sempre ugualmente attrezzati fan.

Lincoln ha costituito una materia privilegiata di una delle massime leggende di Hollywood, quel John Ford che scrisse l’epopea del West e dunque si confrontò assiduamente con l’epoca di Abe, pur rielaborata nel suo purissimo estro («Fra la storia e la leggenda, stampate la leggenda», era una sua celeberrima battuta). Ma Ford lavorò anche direttamente sulla figura del presidente in uno dei suoi capolavori meno celebrati, Young Mr. Lincoln del 1939 (Alba di gloria fu la traduzione del titolo nell’edizione italiana), che racconta l’ascesa del nostro eroe con la faccia limpida (ma imbruttita con trucco e parrucco) di Henry Fonda, decenni prima che questi venisse splendidamente incattivito dal nostro Leone nel definitivo C’era una volta il West.

Ma nella sua filmografia, Ford ha voluto seminare la presenza o anche solo la traccia di Lincoln in altre occasioni, come Il cavallo d’acciaio (1924), Il prigioniero dell’isola degli squali (1936), Il grande sentiero (l’ultimo suo western, sorprendentemente pro-pellerossa, uscito nel 1964, in cui uno dei personaggi a un certo punto come si rivolgesse a dio guarda un ritratto del presidente e dice: «E tu, Abramo, cosa faresti in questa situazione?»).

Nel grande filone del cinema americano in cui la Casa Bianca e i suoi inquilini hanno avuto un ruolo da protagonisti (ed è impossibile non citare – evadendo per un attimo dal grande schermo – la straordinaria serie tv The West Wing ideata da Aaron Sorkin), attraverso le epoche e i generi, il capitolo Lincoln costituisce una parte fondamentale e mai tramontata. Una storia appassionante: forse il racconto della vera figura paterna (più dei padri fondatori Washington e Jefferson) nella collettiva scena mentale degli Stati Uniti d’America.

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Inserito su www.storiainrete.com il 23 agosto 2012

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