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Foibe: il caso Montanari e le citazioni sballate su Twitter

Alessandro Robecchi, giornalista de Il Fatto quotidiano, autore tv e scrittore, su Twitter interviene a margine della polemica scatenato da Tomaso Montanari sulle Foibe e sul Giorno del Ricordo (a suo dire “strumentalizzato” dalle destre…). E lo fa – 2 settembre 2021 – per riproporre la solita equazione: se ci sono state le Foibe è perché gli italiani sono stati degli occupanti feroci. Da qui la riproposizione di una presunta frase di Mussolini. Sballata:

Visto che si parla del Giorno del Ricordo, aiutiamo gli smemorati. Benito Mussolini, 1943, discorso ai soldati della Seconda Armata Italiana in Croazia: “So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia, ma qui voi non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori”

Robecchi si è abbeverato ad una fonte “avvelenata” (la stessa di Montanari et similia): spesso infatti certo antifascismo si auto alimenta con luoghi comuni, realtà grottescamente deformate e distorte, pure e semplici invenzioni, citazioni sballate. Su internet gira questa citazione (che qui riprendiamo dal sito www.lavocedellelotte.it – L’informazione rivoluzionaria di operai, studenti, donne e immigrati) che sembra aver ispirato Robecchi:

Al comando dei generali Robotti e Roatta sono in tutto più di 300 mila i soldati italiani nella regione. A loro viene ordinato di mettere in atto quello che è un vero e proprio regime di “terrore” contro le popolazioni civili [addirittura! NdA]. Le pratiche usate sono rappresaglie, deportazioni, confische, cattura di ostaggi, fucilazioni. In un discorso rivolto ai soldati della Seconda Armata in Dalmazia, nel 1943, Mussolini afferma: “So che a casa vostra siete dei buoni padri di famiglia, ma qui voi non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori.”

Mussolini (naturalmente) non ha mai pronunciato una simile frase, come non è mai stato in Dalmazia (o in Croazia) nel 1943: è solo un parto della consueta manipolazione – o meglio falsificazione – storica di certi “revisionisti” antifascisti, che alterano un passo dei Diari di Ciano del 17 luglio 1941 in cui il ministro degli Esteri scrive come il Duce, deluso dai militari si fosse compiaciuto invece della frase pronunciata da un generale sul FRONTE GRECO, che è quella riportata:

17 LUGLIO [1941] – (…)  Mussolini, come al solito, parla in tono acre dei militari e dice che ama un solo generale – mi sfugge il nome – il quale in Albania disse ai suoi soldati: “Ho sentito dire che siete dei buoni padri di famiglia. Ciò va bene a casa vostra: non qui. Qui non sarete mai abbastanza ladri, assassini e stupratori”.

Il tutto avvenne non in Dalmazia, ripetiamolo, ma a Roma, a Palazzo Venezia e nel 1941 – non nel 1943 – e a proposito del fronte greco-albanese. E, dettaglio non influente, Mussolini cita – sia pure con favore – parole di un ufficiale di cui non conosciamo il nome.

Ora, in questo modo di deformare la storia – chiunque può facilmente verificare dove si trovasse Mussolini nel 1943; chiunque può rintracciare la frase incriminata nei Diari di Ciano (ammesso che sappia che esistano, ma con certa gente non ci metteremmo la mano sul fuoco…) – è evidentemente una tendenza strumentale a rileggere il passato. Niente di storico insomma…

Si prende un testo con una frase che piaceva a Mussolini, la si decontestualizza, la si altera attribuendola al Duce (non è più un aneddoto raccontato da Mussolini a Ciano a Palazzo Venezia, ma magicamente diviene il brano di un discorso mai tenuto durante una visita in Dalmazia o Croazia nel 1943 mai avvenuta), e il gioco è fatto. 

Del resto, è il giochetto solitamente fatto con la stracitata Circolare 3C di Roatta, in cui si ricorda sempre la frase  “testa per dente” mentre si evita accuratamente di ricordare come fosse proibita la fucilazione di partigiani feriti, donne, ragazzi, il saccheggio fosse punito con la morte (261 – Il saccheggio delle abitazioni, comprese quelle da distruggere, deve essere impedito con misure preventive e, se occorre, con repressioni draconiane[1]) e soprattutto si evita di citare la conclusione:

A  V  V  E  R  T  E  N  Z  A

264 – Nel trattamento da usare verso le popolazioni, gli edifici,  villaggi e beni, e verso i partigiani, è assolutamente necessario di attenersi alle norme permanenti o contingenti in vigore.

– Inasprimenti alle medesime, praticati senza un’assoluta necessità (atti di ostilità armata – tentativi di fuga), sarebbero indegni delle nostre tradizioni di umanità e di giustizia, e costituirebbero altresì – nei riflessi delle popolazioni – un’arma a “doppio taglio”.

IL GENERALE
COMANDANTE DESIGNATO D’ARMATA
 F.to (Mario Roatta)

Questi erano gli effettivi ordini del Roatta ai suoi sottoposti (anche le spaziature sono quelle originali): attenersi alla legislazione internazionale (convenzioni di Ginevra e dell’Aia). E a proposito delle fonti che vanno trattate – e citate – con rispetto, scrupolo e onestà intellettuale bisogna ricordare come la Circolare 3C sia citata in modo poco corretto (e in versione “Ridotta”!) sulla omonima voce di Wikipedia. Una versione attendibile è invece quella riscontrabile sul sito “Crimini di guerra”.

Perché giustificare infamie vere da parte delle bande comuniste (pulizia etnica, il massacro di civili inermi, la snazionalizzazione di terre culturalmente italiane sin dalla Regio X Venetia et Histria augustea) prima e dopo la guerra (come non ricordare l’esodo di 350 mila civili e anche la strage di Vergarolla – Pola – che fece 115 morti di cui solo 65 identificabili, il 18 agosto 1946: per capirsi trenta morti più di Bologna, la più grave strage dell’Italia repubblicana) con citazioni false o modificate ad arte?


[1]la fucilazione eseguita senza processo, ndA.

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