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“Jesse Owens teneva sempre una foto di Hitler nel portafoglio”

Durante i giochi olimpici, Adolf Hitler fece l’impensabile. Strinse la mano a un negro, e il negro in questione era il campione olimpico di Jesse Owens. L’anno era il 1936 e il luogo era Berlino, in Germania. Jesse Owens aveva appena vinto quattro medaglie d’oro alla manifestazione, divenendo così uno dei più grandi atleti del mondo.

di Yolanda Spivey da BOSS del 14 luglio 2014 (traduzione per Storia in Rete di EM) BOSS Sports

La vittoria lasciò perplesso Hitler, che era convinto che i suoi uomini avrebbero stravinto alle Olimpiadi in virtù della loro appartenenza a una “razza superiore”. E vedere Jesse Owens vincere delle medaglie olimpiche lo fece arrabbiare. Eppure Hitler gli strinse la mano, dando a Owens il rispetto che meritava.

Il presidente degli Stati Uniti a quel tempo era Franklin D. Roosevelt, anche conosciuto con l’acronimo FDR; e il razzismo in America non era nascosto, ma tranquillamente esibito ovunque. Mentre molti credevano FDR fosse un presidente equo e giusto, altri lo ritenevano un bigotto che detestava i negri. Per esempio, concesse ai sindacati di escludere i negri dal lavoro durante la Grande Depressione. E anche se si era espresso contro il linciaggio di uomini e donne di colore, sapeva bene che il suo New Deal non aveva beneficiato i negri in egual misura di come aveva fatto con gli americani di razza bianca.

Le Olimpiadi di Berlino del 1936 erano importanti perché il mondo era in guerra e Hιtler aveva necessità di mettersi in mostra. Non solo voleva promuovere l’immagine del suo governo, ma anche dimostrare la sua teoria che ariani erano superiori ai negri e agli ebrei. Egli si è spinto fino a dire che i due gruppi razziali non avrebbero dovuto partecipare ai Giochi Olimpici, ma dopo che le altre nazioni avevano minacciato di boicottare le Olimpiadi, ritirò questa proposta.

Si potrebbe pensare che il presidente Franklin D. Roosevelt sarebbe stato felicissimo di vedere un connazionale vincere l’oro alle Olimpiadi, schiacciando così teorie di odio e mettendo l’America di nuovo alla ribalta come una superpotenza mondiale. Ma FDR fu in realtà sconvolto dal fatto che un uomo nero aveva battuto un ariano per l’oro olimpico.

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FDR non ha fatto nulla per onorare Jesse Owens dopo la sua prolifica performance olimpica, né ha voluto riconoscere la sua vittoria. E mentre i media continuavano a pompare la falsa notizia che il dittatore tedesco aveva rifiutato di stringere la mano Jesse Owens si venne poi a sapere che questo aneddoto era una bufala. Infatti Jesse Owens aveva scritto nella sua autobiografia, “Non fu Hιtler a snobbare me, fu FDR che mi ha snobbato. Il presidente non mi ha nemmeno inviato un telegramma”.
Il presidente Franklin D. Roosevelt non ha mai invitato Jesse Owens alla Casa Bianca o a tenere una parata trionfale in suo onore, com’è consuetudine per gli atleti americani.

Invece è stato Hitler che ha inviato Owens “una fotografia commemorativa autografata”. E secondo il leggendario giornalista sportivo Siegfried Mischner (sul MailOnline.co.uk), Owens avrebbe portato sempre con sé una fotografia di Hitler nel suo portafoglio. Mischner ha riferito che nel 1960 Owens stava disperatamente cercando di cambiare l’atteggiamento di slealtà e furore razzista verso di lui e di ottenere che i giornalisti raccontassero la verità di ciò che è realmente accaduto ai 1936 giochi olimpici. Mischner ha detto al MailOline.co.uk, “La foto venne presa dietro le quinte del podio d’onore e quindi non fu diffusa dalla stampa ufficiale. Ma io ho visto Hitler stringere la mano a Owens”.

Mischner ha inoltre dichiarato che il motivo per cui non è stata mai raccontata la verità, anche da coloro che l’aveva vista con i loro stessi occhi, era perché “Hιtler doveva continuare ad essere mostrato in cattiva luce in relazione a Owens”.
Owens aveva sempre proclamato di essere stato trattato meglio in Germania che negli Stati Uniti, dove i negri erano sottoposti a segregazione e discriminazione insopportabili. Nel 1955, il presidente Dwight D. Eisenhower finalmente riconobbe i successi Jesse Owens, e onorò l’eroe americano nominandolo “Ambasciatore dello Sport.” Ma questo era quasi 20 anni dopo la sua vittoria olimpica.

Non si può dunque immaginare che FDR segretamente sperasse che i tedeschi avrebbero vinto, dimostrando la teoria che i bianchi fossero superiori ai negri e agli ebrei?

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