HomeStoria AnticaStrappata ai trafugatori una statua di Caligola sul trono

Strappata ai trafugatori una statua di Caligola sul trono

Un santuario, una grande villa, la residenza d’ozio con un ninfeo a forma di ventaglio, giochi d’acqua e al centro la statua dell’imperatore raffigurato come Zeus: il comprensorio intorno al lago di Nemi era il vero regno dell’imperatore Caligola, che si spostava da una riva all’altra con due navi gigantesche.

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di Nicoletta Castagni da ANSA del 13 luglio 2011 Prima pagina: Ansa.it

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E’ il quadro che riemerge dopo il recupero da parte della Guardia di Finanza di una statua monumentale di grande livello qualitativo trafugata, da cui gli archeologi sono partiti per compiere nuovi scavi e rilevamenti nell’area, trovando un nuovo sito e 250 reperti di straordinario interesse. “Una storia a lieto fine”, ha detto il Comandante del Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico Massimo Rossi, che, alla presenza del sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro, ha presentato alla stampa il prezioso marmo greco assiso sul trono riccamente decorato, con in evidenza il particolare della calzatura, la caliga, usata così spesso da Gaio Cesare Germanico da valergli il soprannome di Caligola. Statua monumentale, ma ridotta in pezzi, per poterla trasportare con maggiore facilità. Prima dissotterrata dal sito sul lago di Nemi, poi nuovamente sepolta a Isola Sacra.

I finanzieri che tenevano d’occhio strani e ingiustificati movimenti, hanno rinvenuto i reperti nei pressi di Ostia Antica, in un tir, “nascosti da calcinacci e destinati – ha spiegato Rossi – a essere stivati per una destinazione straniera, probabilmente la Svizzera”. Una volta restaurata, la statua tornerà a Nemi, dove sarà conservata nel Museo delle navi romane (meravigliosi reperti andati distrutti nel 1944).

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Il ritrovamento ha permesso di individuare il luogo che per due millenni aveva celato la statua, una proprietà privata sconosciuta agli archeologi, tra l’altro lontana sia dalla villa di Caligola sia dal Santuario di Nemi. Gli scavi hanno riportato alla luce un vasto ninfeo, ha detto Giuseppina Ghini della Soprintendenza dei Beni archeologici del Lazio, a forma di ventaglio, con giochi d’acqua e presumibilmente al centro la nicchia con la statua dell’imperatore. “L’unica che raffigura Caligola come Zeus – ha aggiunto la soprintendente dei Beni archeologici del Lazio Maria Sapelli Ragni -. Ucciso a soli 29 anni, la damnatio memoriae che ne seguì portò alla distruzione della statuaria a lui relativa”.

Nel sito sono stati rinvenuti in totale 250 reperti, di cui un centinaio sono frammenti della statua monumentale, a partire dalla testa dove, ha sottolineato la Sapelli, sono riconoscibili i tratti caratteristici della gens Giulio Claudia. La parte inferiore del corpo (e la più consistente del ritrovamento), comprende anche il bellissimo dettaglio del trono, che da un lato lascia intravvedere il cuscino dalle frange pesanti, mentre frontalmente, ecco la decorazione in formelle, contenenti una Nike con vaso, e una fanciulla fiore. Altri dettagli sono il ricco panneggio sulla spalla sinistra, lo scettro e forse il globo, che erano i classici attributi degli imperatori quando si facevano ritrarre nei panni di Zeus. Le indagini archeologiche stanno cercando di identificare anche il proprietario originario della dimora che ospitava il ninfeo, edificata forse in tarda epoca repubblicana. “Probabilmente di un Caio Iulio Siliano, nome che appare sopra una fistula”, dice Giuseppina Ghini tracciando quella che doveva essere la sconfinata proprietà di Caligola che si affacciava sul lago. Dopo il suo insediamento nella villa che fu di Cesare, Caligola potenziò l’intera area, dal Santuario all’annessione di edifici preesistenti. La nave palazzo e la nave cerimoniale consentivano all’imperatore di spostarsi da una riva all’altra con la pompa adeguata. E nel ninfeo a ventaglio, invece di un fauno, troneggiava la sua raffigurazione in vesti divine, una villa per gli ozi, dove il giovane e folle sovrano, che calzava i sandali degli esploratori, si svagava sul lago.

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Inserito su www.storiainrete.com il 13 luglio 2011

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