HomeUltime notizieVo Nguyen Giap è morto. Il Vietnam piange il suo generale

Vo Nguyen Giap è morto. Il Vietnam piange il suo generale

È morto il generale Vo Nguyen Giap, il “Napoleone rosso”, che liberò il Vietnam dal dominio coloniale francese e dalle truppe degli Stati Uniti durante la guerra. Il leggendario generale, autore delle strategie militari che costrinsero francesi e americani a fuggire dal Paese, è morto a 102 anni in un ospedale di Hanoi, in cui era ricoverato dal 2009. Considerato l’ultimo vero rivoluzionario comunista del Vietnam, utilizzò ingegnose tecniche di guerriglia per pareggiare gli svantaggi dati dal dover affrontare forze superiori.

da italydel 4 ottobre 2013

Giap è un eroe nazionale in Vietnam, secondo in popolarità solo all’ex presidente e suo mentore Ho Chi Minh, colui che portò il Paese all’indipendenza. Stratega militare autodidatta, il generale è ricordato soprattutto per la vittoria nella battaglia di Dien Bien Phu sui francesi, che portò non solo all’indipendenza del Vietnam, ma anche al crollo del colonialismo in Indocina e oltre.

Negli ultimi anni, trascorsi nell’ospedale militare 108, le visite al generale erano state sempre meno frequenti, vista anche l’età. Eppure, fino a che ha potuto, Giap ha ricevuto capi di Stato e leader internazionali. Nel 2007 incontrò il presidente del Sudafrica Thabo Mbeki, l’anno successivo ricevette il brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva.

Due anni fa, il collaboratore di Repubblica Raimondo Bultrini gli fece visita in ospedale, ad Hanoi, in occasione dei suoi 100 anni, e realizzò un servizio per il settimanale il Venerdì. Ex giornalista, docente di Storia e Diritto, leader politico e militare, nel servizio, Giap viene descritto nel servizio da Bultrini come ancora molto lucido, anche se costretto a limitare le visite per non “affaticare i suoi polmoni malati”. Mito non solo per i vietnamiti, la sua figura ha superato confini e continenti, diventando punto di riferimento per generazioni di giovani. “Giap – Giap – Ho Chi Minh!” divenne il grido che scandiva gran parte delle marce del ’68 italiano.

Soprannominato il ‘Napoleone rosso’, Giap si impose come leader dell’esercito di guerriglieri che nel 1954 a Dien Bien Phu, indossando sandali fatti di pneumatici per auto, portarono componenti d’artiglieria sulle montagne per circondare e schiacciare l’esercito francese.

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L’insperata vittoria di Giap e dei suoi soldati improvvisati viene ancora studiata nelle scuole militari di tutto il mondo. Nell’aprile 1975 sconfisse il governo del Vietnam del Sud, appoggiato dagli Usa, riunendo il Paese che si era diviso in un Nord comunista e in un Sud anticomunista.

Giap era il tipo di generale che accettava pesanti perdite pur di raggiungere i suoi obiettivi. “Nessun’altra guerra di liberazione nazionale è stata così feroce o ha causato tante perdite come questa guerra”, disse ad Associated Press nel 2005, in una delle sue ultime interviste note rilasciata ai media stranieri, alla vigilia del 30esimo anniversario della caduta di Saigon, ex capitale del Sud. “Ma – aggiunse, citando una celebre frase di Ho Chi Minh – combattemmo lo stesso perché per il Vietnam nulla è più prezioso dell’indipendenza e della libertà”.

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