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Italia coloniale

Colonialismo “green”. Nella Somalia italiana del 1929 il primo veicolo ibrido. Risparmi del 90%

Il postulato del programma dell’autarchia fascista per ridurre al minimo le importazioni valeva naturalmente anche per le Colonie. Le ricerche perciò svolte nel Regno per l’utilizzo di combustibili nazionali a base di carbone di legna interessarono anche la Somalia il cui sviluppo, a cavallo tra gli anni Venti e Trenta, era strettamente legato alla realizzazione di una vasta e nuova rete stradale e dove la boscaglia era una ricchissima e inesauribile miniera di legna da carbone.
La boscaglia somala ne poteva fornire ovunque risparmiando anche sulle spese di trasporto. Quindi già nel 1928 il governatore Guido Corni diede il via ai primi “esperimenti per accertare se la boscaglia poteva fornire carbone di buona qualità adatto per gasogeni da applicare ai nostri automezzi”.
Gli esperimenti furono possibili grazie all’impiego di forni metallici Rex costruito da una ditta milanese (brevetti Scaglia).
Gli esperimenti furono eseguiti in due località: ad Afgoi, sulla duna consolidata, a 20 Km. da Mogadiscio e nella piana di Genale, dove le zone da disboscare stavano dando luogo alla trasformazione per le concessioni agricole governative avviate dal governatore de Vecchi di Val Cismon.
Nella prima zona, quella di Mogadiscio-Afgoi venne usata l’acacia Bussei Harms, detta dagli indigeni sarmar ier in italiano spino rosso. I risultati ottenuti non furono soddisfacenti per il basso rendimento della ramaglia. Il costo del carbone ottenuto si aggirava sulle 25-27 Lire al quintale.
Nella seconda zona, quella di Genale venne impiegato il Balanites, chiamato dagli indigeni culun. Il prezzo del carbone ottenuto, in confronto del precedente, si aggirava sulle 18-20 Lire al quintale.
Altro esperimento eseguito nella zona di Genale impiegò legno di Acacia Adansoni, chiamata dagli indigeni tugar. Il prezzo finale si aggirava intorno alle 11-12 lire al quintale, rivelando così il tugar il miglior legno da carbonizzare.
La fase successiva della sperimentazione passò allo studio delle possibilità meccaniche e dei rendimenti economici dei trasporti con gasogeni a carbone di legna. “L’impiego del carbone vegetale nella alimentazione dei gazogeni per automobili è il modo per la Colonia, come lo è per altri paesi, di utilizzare un carburante locale riducendo la importazione della benzina”.
Con questi gasogeni l’impiego della benzina si riduceva solo a quanto bastava per l’avviamento e per le riprese, cioè erano nati i primi veicoli ibridi.
Gli esperimenti in Somalia vennero fatti dal Regio Autoparco applicando un gasogeno Dux, messo a disposizione dalla Ditta Scaglia di Milano, ad un autocarro 15 ter provando i diversi carboni prodotti. Si impiegarono due autocarri perfettamente uguali e nelle identiche condizioni di lavoro, uno alimentato totalmente a benzina l’altro a carbone vegetale.
I viaggi sperimentali vennero ripetuti ben otto volte sul percorso andata e ritorno Mogadiscio-Genale (km. 232).
Usando il carbone tugar, per 232 Km. risultò un consumo medio di kg. 82 di carbone e di litri 4,15 di benzina, mentre il 15 ter di controllo azionato interamente a benzina nelle stesse condizioni di carico e di tempo consumò litri 72 di carburante.
Quindi calcolando il prezzo del carbone a lire 12 ed il prezzo della benzina a lire 3 al litro si ha che il costo del carburante per chilometro quintali è il seguente: con motore a sola benzina litri 72 X 3 totale L. 216, corrispondenti per 1 chilometro L. 0,9810; mentre con motore a carbone Kg. 82 a lire 12 al quintale L. 9,84 e benzina litri 4,16 x 3 totale L. 12,48. Corrispondente totale L. 22,32, cioè per un chilometro L. 0,0962.

Applicazione pratica: il trasporto merci, passeggeri e della posta sul tratto Mogadiscio-Bender Cassim (Km. 1.500). Calcolando il peso del carico in circa 12 quintali 12 imponeva una spesa di viaggio di L. 1.396 con l’uso della benzina e di L. 144,30 con l’uso del carbone vegetale.
L’idea successiva era di modificare sia carburatore sia l’apparecchio a gas con l’obiettivo di ottenere un rendimento superiore ed eliminare quasi completamente la benzina anche nelle riprese.

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