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Italia coloniale

Colonialismo “green”. Nella Somalia italiana pale eoliche per l’energia rinnovabile

Le opere sperimentali realizzate nelle colonie italiane non si contano.
Un esempio interessante è l’intuizione sul finire degli anni Venti del Governatore della Somalia italiana, Guido Corni, che osservando “la notevole intensità e la caratteristica regolarità dei venti, che battono la costa della Somalia e in direzione costante secondo i periodi dell’anno” suggerì “l’opportunità di eseguire un importante esperimento per lo sfruttamento di questa forza naturale per la produzione di energia elettrica, realizzando tale produzione in modo tanto più conveniente in quanto normalmente si deve ricorrere a generatrici termiche molto costose.” 
Fece così realizzare nel 1930 a Chisimaio, ad opera della ditta specializzata in accumulatori del dott. Scaini, con sede in viale Monza 340 a Milano, il primo impianto eolico delle Colonie italiane.
Il futuristico sistema eolico era un aeromotore, posto su di un traliccio di ferro alto 25 metri, con quattro pale di 11,50 metri di diametro, che per mezzo di due timoni laterali, venivano costantemente orientate contro la direzione del vento. Ogni pala era composta da nove settori che con un apposito dispositivo potevano aprirsi e chiudersi, in modo da offrire una pressione variabile alla resistenza del vento per regolarizzare il moto.
L’aeromotore, a sua volta, azionava una dinamo per mezzo di un sistema moltiplicatore con un rapporto da 30 a 1. Appena raggiunti i 750 giri al minuto la dinamo caricava una batteria di 60 accumulatori, fino ad avere il massimo rendimento a 1.500 giri, dove con una tensione di 150 volt produceva una corrente di 67 amp. con una potenza di 10 kw.
Nei primi sei mesi, durante la messa a punto sperimentale, dei 15.850 Kw/h erogati per la città di Chisimaio, ben 11.500, e cioè circa il 72% furono prodotti dall’impianto aeroelettrico con evidenti vantaggi economici e con la dimostrazione pratica dell’utilità di questi impianti nelle città litoranee della Somalia.
Corni non fu nuovo all’osservazione del venti, tant’è che sfruttandoli, sempre in via sperimentale, testò il volo a vela in colonia. Piccoli alianti vennero impiegati per i trasporti leggeri all’interno della colonia.





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