HomeLuci rosse e rosaIl letto delle trattative: storia erotica della diplomazia francese

Il letto delle trattative: storia erotica della diplomazia francese

Se la diplomazia aborrisce l’affetto, ha paradossalmente molto a che vedere con il sesso. D’altronde, la posta in gioco non è la conquista di alleati no? E questo prevede intrattenere relazioni talvolta intime, mostrare seduzione, persuasione, complicità al fine di creare un clima d’intesa.
Baudouin Eschapasse per “Le Point”, trad. da Dagospia del 28 novembre 2016
In questo campo, i ministri degli affari esteri francesi hanno mostrato, nel corso dei secoli, che avevano a cuore le loro missioni. Da Louise de Keroual e Marie-Anne de la Trémoïlle, inviate molto speciali di Luigi XIV in Inghilterra e Spagna, a Joachim de La Chétardie, ambasciatore in Russia dal 1739 al 1742 che corteggiò la zarina Elizabeth Petrovna per rafforzare i legami fra Parigi e San Pietroburgo, i diplomatici francesi hanno ceduto con onore il corpo nell’interesse della patria.

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Ridurle a ‘monellerie’ sarebbe sbagliato, perché “l’erotismo è un’arma”, scrive lo storico Nicolas Mietton, fine conoscitore dell’argomento, che nella sua ultima opera, intitolata ‘Une histoire érotique de la diplomatie’ (edizioni Payot), esplora oltre 300 anni di storia francese, dalla firma del trattato di Westfalia all’avventura gaullista, rievocando i matrimoni organizzati da Mazzarino, le amazzoni del Re Sole che resero la Francia radiosa in Europa, la sessualità tormentata di Luigi XV, che a 11 anni eiaculò per la prima volta e pensò di essere malato, mentre il resto del paese gioiva perché se lui era fertile e procreava, si scongiurava un’altra guerra per il trono.
E ancora, si parla del diplomatico e spia Chevalier d’Eon che visse la prima metà della vita come uomo e l’altra metà come donna, i vizi del casato Talleyrand, la passione di Guizot per la principessa di Lieven, che ebbe ripercussioni nella gestione degli affari pubblici. Insomma Mietton mette in luce l’onnipresenza del sesso nella condotta della politica estera francese. Dal ‘Grand Siècle’ alla Quinta Repubblica, si è andati spesso a letto in noma della grandezza patriottica
Ricorda, ad esempio, che Napoleone III fu convertito alla causa dell’unità italiana da amichette e intraprendenti maîtresse. Tipo la contessa di Castiglione. Con scrittura elegante, che non sfiora mai la volgarità, l’autore descrive anche le festanti ore della Terza Repubblica al 37 di quai d’Orsay, riva sinistra della Senna dove sorge il Ministero degli Esteri francese e dove “una visita al Presidente del Senato” significava in realtà una scappatella di piacere offerta dalla Francia ai principi e ministri di altri stati in visita. Il Ministero, d’altronde, non era da loro ribattezzato la ‘Banchisa’ in quanto piena di foche? (Foche in francese è sinonimo di omosessuali)
Il più celebre dei diplomatici gay fu sicuramente Roger Peyrefitte, la cui carriera fu piena di scandali e coincise con uno dei periodi più problematici della nazione. Inizialmente se la spassò, arrivò a prostituirsi in cambio di libri erotici rari, si intrattenne anche con delle amiche ma era fissato a volerle onorare da dietro e quelle si stufarono presto. Per fare carriera, dovette imparare l’arte della discrezione. L’adulterio era frequente al Ministero , ma ufficialmente nessuno era gay. Ci si guardava bene dal ricordare che Philippe Berthelot era stato beccato con un cardinale prima e con un militare poi.

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