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Museo Lombroso, il senatore De Bonis chiede al ministro di chiuderlo: «È razzismo scientifico»

La richiesta presentata a Dario Franceschini: «Immaginate se in Germania ci fosse un museo dedicato alle tesi sulla razza ariana»

di Alessandro Chetta dal Corriere della Sera del 14 maggio 2021

È il più longevo caso di cancel culture italiana. Il Museo Lombroso torna ciclicamente al centro di polemiche. Stavolta la richiesta di «cancellarlo», cioè di chiuderlo è stata presentata al ministro della Cultura Dario Franceschini dal senatore lucano Saverio De Bonis. «Si chiede di sapere – si legge nell’atto pubblicato sul sito del Senato – quali iniziative il ministro intenda intraprendere affinché quanto rappresentato nel museo con per le sue insensate e balorde teorie basate sul razzismo scientifico vadano smentite».

De Bonis rincara la dose su Facebook: «Immaginate se in Germania ci fosse un museo dedicato alle tesi sulla superiorità della razza ariana e se in questo museo ci fossero esposti i resti dei deportati ebrei al sol fine di mettere in evidenza la loro inferiorità.E ora immaginate se a Torino ci fosse un museo (ma esiste) dedicato alla superiorità del Popolo settentrionale rispetto ai meridionali, e se in questo museo fossero esposti (e lo sono) i resti dei patrioti meridionali che resistettero all’invasione piemontese. Questo è il quadro di un’Italia inconsapevole».PUBBLICITÀ

Tocca ancora una volta al direttore Silvano Montaldo parare i colpi: «C’è molta amarezza, ormai sanno che siamo un bersaglio facile e che attaccandoci verranno ripresi dai media. Abbiamo iniziato con l’onorevole Scilipoti più di dieci anni fa e si prosegue ancora. Al museo segnaliamo gli errori commessi da Lombroso, non facciamo apologia del razzismo: il nostro intento è dar conto dei metodi dell’antropologia fisica di oltre un secolo fa e del livello della scienza o pseudoscienza, che da sempre procede per errore, tentativi». Si è rimessa in moto anche la girandola di insulti sui social: «Paragonano Cavour a Hitler e Lombroso a Mengele...».

Due anni fu bersagliata di critiche la mostra organizzata dal Museo nazionale del cinema con i reperti fotografici del sito lombrosiano.

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Cesare Lombroso, giova ricordarlo, fu un positivista, esponente di spicco della fisiognomica e fautore di teorie aberranti sul delinquente nato – e spesso i delinquenti erano gli abitanti del Sud Italia dei ceti più bassi -, ora abbondantemente superate dalla Storia. Fondato nel 1876, il museo ha visto nascere numerosi comitati nel corso degli anni che ne chiedono con insistenza la chiusura considerandolo una sorta di celebrazione razzista indirizzata, tra gli altri, contro i briganti meridionali ottocenteschi. Viene altresì invocata la restituzione dei reperti, come il cranio del brigante Villella, per ora senza fortuna.

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